Il settore turistico, uno dei settori strategici del paese, è stato tra i più colpiti dal Covid-19.
Occorre ricordare che con 94 milioni di presenze e un fatturato complessivo tra diretto e indotto di oltre 180 miliardi di euro, il turismo rappresenta il 13% del Pil nazionale. Una buona parte dei guadagni del settore e del suo indotto è mediato da agenti di commercio, con contratti che impegnano grosse forniture dal settore alberghiero, a quello della ristorazione, a quello dei trasporti.
L’emergenza Covid-19 e la quarantena hanno messo in ginocchio questo settore, con presenze annullate, richieste di rimborso, crollo nelle prenotazioni per la prossima stagione e un bassissimo indice di fiducia negli operatori per i prossimi mesi.
«Il turismo, settore ad alta intensità occupazionale con 3,5 milioni di addetti compreso l’indotto che rappresentano il 15% degli occupati in Italia, è uno dei settori più colpiti dalla pandemia e sarà anche uno degli ultimi a ripartire.»
«Nel comparto turistico è necessario ragionare su nuovi modelli di aggregazione ma anche sull’impatto sul piano economico e sui riflessi sui posti di lavoro. Il dilemma oggi è come coniugare salute e sicurezza e l’economia anche in questo settore».
Lo ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, intervenendo al free webinar promosso dalla Fondazione Adapt dedicato all’impatto dell’emergenza sul settore alberghiero.
Senza contare i tanti lavoratori stagionali del settore, che quest’anno rischiano di non vedere riattivato il rapporto di lavoro a causa della prevista bassissima presenza turistica per la prossima estate.
Davide Guarini chiede un «rafforzamento della struttura degli ammortizzatori sociali anche prevedendo uno strumento che salvaguardi la stagionalità, caratteristica strutturale del comparto ma oggi nodo scoperto».
Il tema della tutela della salute e della sicurezza di lavoratori e clienti è particolarmente importante nel settore turistico.
«Occorre focalizzarsi sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro», aggiunge Guarini, «perché nel turismo c’è contatto diretto e il sistema della sicurezza va dunque rivisto nel suo insieme perché la sicurezza riguarda il lavoratore ma anche l’utente dell’offerta turistica».
Sicurezze per lavoratori e clienti devono essere al centro dell’attenzione, insieme al tema delle mutate condizioni di lavoro, dall’organizzazione operativa, alle sedi dove si svolge, agli orari e le mansioni.
«Dovremmo agire con la bilateralità, i fondi interprofessionali e i fondi sanitari integrativi e serve una discussione sulle nuove condizioni di lavoro che sono mutate, a partire dai temi dell’organizzazione e dell’orario di lavoro fino alla declinazione operativa del lavoro agile da proporre laddove si può».